Nella programmazione della lotta adulticida nei confronti della mosca dell’olivo è necessario approfondire anche le conoscenze del comportamento biologico degli adulti, per meglio comprendere le modalità di applicazione dei prodotti utilizzati e l’evoluzione delle infestazioni. Riportiamo di seguito alcune utili e sintetiche indicazioni.

Gli adulti si nutrono di sostanze zuccherine, melate, nettare di fiori, succhi di frutti maturi e, in particolare, le femmine si alimentano anche di batteri, pollini, succhi vegetali ricchi di sostanze azotate. La durata della vita degli adulti è influenzata essenzialmente dall’alimentazione, che se risulta ottimale può essere piuttosto lunga (anche di alcuni mesi). La femmina inizia a emettere il feromone sessuale, per l’attrazione dei maschi, dopo 3 giorni dallo sfarfallamento con modalità ciclica a intervalli di 7-10 giorni e possono accoppiarsi 2-4 volte al massimo, in funzione della carica spermatica ricevuta. Un solo maschio può fecondare anche una ventina di femmine, le quali possono deporre in media 400-600 uova. La presenza di sensilli chemiorecettori, come organo per contatto e anche olfattivo, consente di percepire solo in prossimità del frutto la presenza di sostanze che inducono la maturazione delle gonadi e lo sviluppo delle uova e gli stessi consentono di individuare le drupe adatte alla ovideposizione. Gli adulti individuano le piante di olivo avvertendo un complesso di composti chimici di cui fanno parte anche le sostanze emesse dalla microflora batterica superficiale. Il comportamento dell’adulto è strettamente collegato alla pianta ospite, che rilascia segnali chimici che condizionano l’attività, la riproduzione e lo sviluppo dell’insetto. Importante e indispensabile è, infatti, ritenuta la simbiosi batterica nello sviluppo della popolazione per la fondamentale importanza che essa riveste come fonte proteica di nutrimento. Agli odori batterici apparterrebbero anche quelli di natura ammoniacale, che da tempo sono noti come attrattivi per la mosca e qualche idrocarburo aromatico, tra cui lo stirene, che si è rivelato essere un forte attrattivo. L’ovideposizione inizia dopo 4-6 giorni dall’accoppiamento, durante la quale la femmina pratica sulle drupe delle punture sterili per nutrirsi del succo e acquisire sostanze necessarie per portare a maturazione le gonadi. Al momento della deposizione dell’uovo, la femmina trasmette anche dei batteri simbionti che vengono ingeriti dalle larve. In genere le femmine mostrano una netta predilezione per le olive più grosse, ma ancora verdi e le prime ovideposizioni sono generalmente limitate su singole drupe, perchè le femmine sono in grado di individuare le ovature già presenti.La capacità di discriminare un frutto sano da uno attaccato dipende presumibilmente da un sistema di segnali chimici. Le femmine, infatti, distribuiscono sulla superficie dell’oliva il succo che fuoriesce dalla ferita, provocata dall’ovidepositore, che in parte viene assunto e poi rigurgitato sulla superficie, gesto indicato come il ”bacio della ferita”, con azione deterrente per le successive ovideposizioni da parte di altre femmine. Tale regola, però, non sempre è rispettata, infatti , sono frequenti nelle annate di elevata infestazione più punture su una stessa oliva. Anche la dimensione della drupa, la temperatura e l’umidità influenzano le ovideposizioni. La drupa deve avere una dimensione sufficiente da permettere il nutrimento necessario per lo sviluppo della larva. Nelle annate particolarmente siccitose, infatti, le drupe presentano un diametro limitato e le infestazioni compaiono tardivamente.

influenza dei fattori climatici

Tra i fattori climatici, la temperatura è tra i maggiori fattori limitanti lo sviluppo della mosca. Valori al di fuori dei limiti e in coincidenza con l’inizio delle infestazioni possono determinare un collasso numerico della popolazione e un arresto dell’attività riproduttiva degli adulti. Usuale è riscontrare nei periodi estivi innalzamenti delle temperature superiori ai 35°C e valori di umidità relativa molto bassi con conseguente arresto delle infestazioni. Secondo recenti studi, anche le basse temperature nel periodo invernale agiscono da fattore limitante per il fitofago, più delle alte temperature del periodo estivo, condizionando l’entità delle generazioni successive. In media, temperature comprese tra i 6 e i 35°C consentono la sopravvivenza dell’adulto, mentre quelle comprese tra 6 e 30°C permettono la sopravvivenza delle larve. Temperature tra i 14 e 18°C consentono l’inizio delle attività del volo degli adulti e temperature superiori ai 15°C rendono gli adulti più attivi nella ricerca del cibo, che viene interrotta a temperature inferiori a 7°C. Le temperature inferiori a 9 e superiori a 32°C determinano l’arresto dell’attività degli stadi giovanili. Tali indicazioni devono essere ben note nella programmazione della strategia da adottare nei confronti dell’adulto al fine di prevedere, nell’area olivicola, l’evoluzione e la dinamica della popolazione della mosca.