Identificazione e danno
L’adulto di Euphyllura olivina (circa 2,5-3 mm di lunghezza) ha il corpo di colore marrone-verde con il capo ben sviluppato e leggermente più largo del torace. Le forme giovanili vivono riparate da abbondanti secrezioni cerose che formano dei ciuffetti cotonosi sugli organi infestati. Il danno si manifesta sui germogli, infiorescenze, frutticini ed è determinato sia dalle punture trofiche degli adulti e delle forme giovanili sia dall’asfissia provocata dalle colonie infestanti, protette dalle secrezioni cerose e dalla melata. Sui fiori l’attacco provoca aborto fiorale e colatura; sui frutti l’attacco provoca cascola. I germogli infestati manifestano uno sviluppo stentato e, a volte, disseccano completamente. Inoltre l’infestazione, producendo abbondante melata, provoca oltre all’asfissia fogliare e alle ustioni, per effetto lente, la formazione delle fumaggini che aggravano ulteriormente i danni. Gli attacchi maggiori si verificano nei momenti della fioritura e dell’allegagione.
Ciclo biologico
L’Euphyllura olivina sverna come adulto, sui rametti ed alla base dei piccioli fogliari o in prossimità delle gemme. In primavera gli adulti riprendono l’attività e le femmine ovidepongono infliggendo le uova, con il loro peduncolo, nelle gemme, nei piccioli delle foglie e nei racemi fiorali. Da queste uova, dopo circa 15 giorni, nascono le neanidi che ben presto si ricoprono di abbondante secrezione cerosa che le protegge; le neanidi conducono vita gregaria. Lo sviluppo della prima generazione si completa in circa un mese. A questa generazione ne segue una seconda che può danneggiare, anche gravemente, i fiori e i frutticini appena allegati. A questa seguono altre generazioni che normalmente non provocano danni significativi. La specie può compiere 5-6 generazioni all’anno, specialmente nei climi più propizi.
Lotta
La lotta contro Euphyllura olivina è di tipo chimico; tuttavia essa si pratica solo occasionalmente ed in caso di forti infestazioni. E’ buona norma eseguire pratiche agronomiche (potatura) che tendono a sfoltire la chioma; infatti chiome particolarmente folte e che mantengono una certa umidità favoriscono l’insediamento del fitofago. Per ulteriori approfondimenti o valutazioni di intervento è disponibile il nostro servizio tecnico.
acqua Agricoltura agricoltura biologica alimentazione biodiversità biologico bremia calcio concimazione concimi dacus oleae difesa biologica erboristeria escoriosi fisiologia vegetale fitopatologia fotosintesi fotovoltaico glomus humus irrigazione lattuga lotta integrata magnesio marciume apicale Micelio micorrize mosca dell'olivo nutrizione Oidio olivo olter ortaggi peronospora piante medicinali pomodoro Riflessioni risparmio idrico rogna dell'olivo sostanza organica stomi traspirazione trattamenti Trilussa vite
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.